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INTOSSICAZIONE DA IMPASTO DEL PANE

INTOSSICAZIONE DA IMPASTO DEL PANE

Alcune persone, soprattutto durante le feste o in occasioni speciali, fanno il pane in casa. Di solito l’impasto viene posto a lievitare durante la notte, e può venire facilmente e voracemente ingerito dagli animali domestici se viene data loro l’opportunità di accedervi.
Il mattino seguente il proprietario si accorge della mancanza dell’impasto e non essendo ben informato su fatto che l’ingestione dello stesso può creare dei problemi, non porta il cane dal veterinario fin quando non si manifestano i primi sintomi.

Meccanismo d’azione

Subito dopo l’ingestione, il caldo-umido dell’ambiente gastrico stimola la lievitazione e quindi l’aumento di volume dell’impasto: espandendosi, questo può pertanto causare dilatazione gastrica, che può esitare in compromissione della respirazione e della vascolarizzazione, o, in casi estremi, nella rottura dello stomaco. Oltre all’imponente aumento di volume, la lievitazione produce anche un notevole quantitativo di etanolo (che deriva dal processo di fermentazione del lievito), che, rapidamente assorbito dallo stomaco, conduce ad una sintomatologia molto grave, causata da marcata acidosi metabolica e da depressione del sistema nervoso centrale. In questo tipo di intossicazione sono spesso più rischiose le conseguenze derivanti dal rilascio di alcool che quelle dovute all’aumento di volume dell’impasto all’interno dello stomaco.

 

Sintomatologia

I segni clinici iniziali (precoci) possono includere tentativi inutili di vomito, distensione addominale e depressione. L’etanolo viene rapidamente assorbito dallo stomaco ed i sintomi che possono sopraggiungere saranno atassia e disorientamento, depressione del sistema nervoso centrale ed incontinenza urinaria. Si potrà sviluppare inoltre una significativa acidosi metabolica. Parallelamente all’aumento nel sangue dei livelli di etanolo ci sarà depressione respiratoria, arresto cardiaco fino a portare a decubito laterale, al coma ed alla morte.

Trattamento

- Contattare subito il veterinario!
- Se l’ingestione viene riconosciuta subito, quando ancora i segni clinici non sono manifesti, si può provare a stimolare il vomito; poiché lo stomaco potrebbe andare incontro a rottura in seguito alla spinta della massa nello sfintere esofageo, l’induzione del vomito andrà comunque effettuata con cautela.
- Se il soggetto mostra grave atassia o depressione del sistema nervoso centrale il vomito non dovrebbe essere mai indotto, poiché la possibilità di broncopolmonite ab ingestis per aspirazione del materiale evacuato è elevata.
- Se il cane presenta dei conati di vomito ma non riesce ad espellere l’impasto, un lavaggio gastrico con acqua fredda mediante sonda esofagea potrebbe facilitare l’espulsione della massa e del gas; il lavaggio con acqua fredda potrebbe contribuire peraltro a rallentare la fermentazione del lievito ed a diminuire la produzione di etanolo.
- Dopo il lavaggio con acqua fredda, dovrebbero essere depositati nello stomaco carbone attivato e un purgante salino premiscelati.

In casi estremi si potrà ricorrere alla rimozione chirurgica dell’impasto ingerito attraverso gastrotomia. Poiché, come già detto, la fermentazione causa l’aumento del volume e la produzione di gas, uno dei rischi è rappresentato dalla dilatazione e rottura dello stomaco. Se si verificano entrambe le condizioni il cane dovrà essere stabilizzato e trattato secondo i protocolli standard riportati in letteratura. La maggior parte dei cani viene tuttavia presentata al veterinario per l’intossicazione da etanolo. I livelli dell’etanolo nel sangue possono essere quantificati attraverso analisi che vengono effettuate negli ospedali umani. Livelli di 2–4 mg/ml in cani adulti producono segni clinici classificabili dall’atassia al coma. Tali livelli possono essere usati per confermare o meno l’intossicazione. Solitamente la maggior parte dei veterinari non è in grado di ottenere rapidamente le analisi per quantificare l’etanolo; sarà quindi necessario trattare l’animale in base ai segni clinici. Il medico dovrebbe pertanto monitorare frequenza cardiaca e respiratoria (anche mediante elettrocardiografia), nonché temperatura corporea, per evitare il rischio di ipotermia. In quest’ultimo caso, infatti, è opportuno riscaldare l’animale con imbottiture, fluidi caldi per via endovenosa e rettale. Qualora sia presente acidosi metabolica, l’esame emogasanalitico può consentire di verificare se fluidi isotonici ed elettroliti per via endovenosa siano sufficienti a correggere la deviazione dell’equilibrio acido-base o se sia necessario apportare idonea integrazione anche in bicarbonato di sodio.


Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista