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DOG DIET #terzapuntata

 

INTOSSICAZIONE DA UVA FRESCA E PASSITA

 

Uva fresca e uva passa, frutti molto appetiti dai cani per il loro sapore dolce, si possono rendere responsabili di gravi intossicazioni in questa specie animale. I cani possono ingerire numerosi acini, rubandoli dai grappoli presenti nella fruttiera o durante lo schiacciamento che viene praticato per fare il vino. L’uva passa, quando resa disponibile, risulta ancor più appetibile. Fino ad ora i cani sono risultati l’unica specie interessata (con numerose segnalazione all’APCC); non è noto tuttavia se anche altre specie possano essere colpite da tale intossicazione. A seguito dell’ingestione di tali alimenti i soggetti più sensibili manifestano inizialmente turbe gastrointestinali iniziali che possono esitare in insufficienza renale acuta (ARF).

 

Meccanismo d’azione

 

L’attuale meccanismo d’azione e l’eziopatogenesi dell’intossicazione da uva nei cani restano ancora sconosciuti. Le teorie fino ad oggi formulate includono disturbi metabolici, l’azione di un composto nefrotossico presente nell’uva nonché reazioni individuali. Tuttavia, non è mai stata evidenziata, nei grappoli incriminati, la presenza di pesticidi, metalli pesanti e micotossine, ed stato notato che né la varietà dell’uva né la sua provenienza sono importanti nel determinismo dell’intossicazione. Attualmente l’estratto dei semi dell’uva non è considerato una minaccia: soltanto il frutto in sé lo è.

 

Sintomatologia

 

Dal 1989 l’APCC ha cominciato a notare nel cane la correlazione tra l’assunzione di uva o uva passa (a partire da quantitativi pari a 12,44 g/kg corporeo) e la comparsa di insufficienza renale acuta (ARF). Tenuto conto che un cane può ingerire da pochi chicchi fino ad un kg di uva, di solito, dopo un paio di ore dall’ingestione, quasi tutti i soggetti manifestano emesi. Comune è il riscontro di tracce di uva indigerita nel vomito, nel materiale fecale o in entrambi; entro 5-6 ore dall’assunzione possono comparire anoressia, diarrea, letargia e polidipsia. I segni dell’ARF si manifestano invece dopo 1 o più giorni dall’ingestione e comprendono: anoressia, letargia, depressione, vomito, diarrea, disidratazione, peritonismo e tremori. Da 24 ore a qualche giorno dopo l’ingestione di uva si può assistere all’incremento dei valori sierici di azoto ureico, creatinina, fosforo e calcio, espressione di un danno renale progressivo che può portare a degenerazione e successiva necrosi tubulare. I segni clinici anzidetti possono quindi andare incontro a remissione nell’arco di alcune settimane, od assumere carattere ingravescente, fino ad esitare in oliguria/anuria, talvolta responsabile di morte dell’animale.

 

Diagnosi

 

La sintomatologia dell’intossicazione da uva e uva passa è simile a quella evidenziata in altre cause di ARF (ingestione di glicole etilenico, traumi…). La diagnosi di questo tipo di intossicazione si basa soprattutto sull’anamnesi, sull’evidenziazione di residui di uva nel vomito, nonché sui segni desumibili all’esame clinico diretto e sulle deviazioni laboratoristiche espressione di compromissione renale.

 

Trattamento

 

Sebbene l’esatta causa del danno renale sia ancora sconosciuta, i cani che hanno ingerito uva o uva passa possono essere trattati con successo, sempre che la terapia sia attuata tempestivamente, prima dell’instaurarsi di lesioni renali irreversibili. La prima cosa da fare è la decontaminazione. Nelle ingestioni recenti l’induzione del vomito e la somministrazione di carbone attivo e di un purgante salino aiutano a prevenire l’assorbimento dei potenziali agenti tossici. L’emesi dovrebbe essere provocata entro le prime 2 ore; se fatta troppo tardi rischia infatti di non essere efficace. Si consiglia SEMPRE di contattare un medico veterinario.

 

 

Dott.ssa Elisa Giorgetti

Medico Veterinario e Nutrizionista